I nostri antenati.
Conoscere la storia ci permette di comprendere meglio l’evoluzione tecnologica che ha plasmato il mondo moderno. Dai primi calcolatori meccanici ai computer odierni, ogni innovazione ha contribuito a trasformare la nostra società in modi profondi e duraturi.
Esplorare le origini e le caratteristiche dei pionieri dell’informatica ci aiuta a valorizzare l’ingegno e la creatività che hanno reso possibile la rivoluzione digitale.
Oggi, scoprirai tre tecnologie tra le più significative della storia.
Buona lettura 📖
UNIVAC I.
Grande quanto un armadio e pesante 13 tonnellate, UNIVAC I operava a una velocità di 2,25 MHz e poteva immagazzinare fino a 1.000 stringhe di dati.
Il suo utilizzo iniziò il 31 marzo 1951, quando fu consegnato agli uffici del Census Bureau degli Stati Uniti.
UNIVAC I è stato il primo computer commerciale della storia.
Progettato e realizzato dagli ingegneri J. Presper Eckert e John Mauchly, il New York Times lo definì un “genio matematico”.
Questo computer era in grado di memorizzare sia numeri sia lettere. Fu impiegato per elaborare i dati del censimento durante il baby boom e per fare previsioni durante le elezioni presidenziali del 1952.
Era così potente da poter eseguire circa 1.000 calcoli additivi al secondo. Inoltre, aveva una capacità di input/output molto avanzata per la sua epoca.
Ecco spiegato il motivo per cui l’impatto di UNIVAC I fu così rivoluzionario. Prima della sua realizzazione, i computer venivano utilizzati solo per risolvere equazioni complesse. Dopo, si aprì una nuova era in cui i computer potevano essere utilizzati per elaborare e fare previsioni di dati.
IBM 650.
A distanza di due anni dal lancio di UNIVAC I, arrivò il turno di IBM 650, distribuito a partire dal 1954.
Due anni dopo il lancio dell’UNIVAC I, nel 1954, IBM introdusse l’IBM 650, destinato a diventare uno dei computer più popolari del suo tempo. Questo successo era dovuto in gran parte alla sua accessibilità, che lo rendeva attraente per imprese, università e laboratori di ricerca. Con un prezzo di lancio di 200.000 dollari, l’IBM 650 era molto più conveniente rispetto all’UNIVAC I, poiché più adatto a un mercato completamente diverso.
Ma cosa rendeva IBM 650 un passo avanti rispetto agli altri computer dell’epoca?
Una delle sue innovazioni principali era l’uso dell’aritmetica decimale, a differenza di molti altri computer che utilizzavano l’aritmetica binaria. Inoltre, IBM 650 memorizzava i dati su un tamburo magnetico rotante e utilizzava valvole termoioniche, tecnologie che contribuirono a una migliore efficienza e al raggiungimento di una notevole popolarità.
Molte università adottarono l’IBM 650 per insegnare informatica e programmazione, facendone un punto di riferimento nella formazione dei primi programmatori.
L’IBM 650 venne impiegato per una vasta gamma di applicazioni, tra cui calcoli scientifici e ingegneristici, gestione contabile, fatturazione, applicazioni aziendali e l’elaborazione di grandi quantità di dati sperimentali nei laboratori.
L’IBM 650 ha rappresentato un importante passo avanti nell’evoluzione dei computer, dimostrando la fattibilità e l’utilità dei computer elettronici nel mondo commerciale e accademico. La sua facilità d’uso e la relativa economicità rispetto ai modelli precedenti lo hanno reso uno strumento fondamentale nella diffusione dell’informatica durante gli anni ’50.
PDP-1.
PDP-1 fu progettato e realizzato da DEC [Digital Equipment Corporation].
Venne introdotto nel 1959. Gli anni ’60 erano alle porte e la tecnologia, in quel periodo, faceva passi da gigante. Anche perché, in quegli anni, nacque la cultura hacker e diede vita .
Tante le caratteristiche tecniche “bomba”.
L’architettura utilizzata era a 18 bit ed era super avanzata per il suo tempo. Disponeva di una memoria a nucleo magnetico, con una capacità iniziale di 4096 parole, espandibile fino a 65536 parole.
Era una bomba anche in fatto di velocità: Il tempo di ciclo della memoria era di 5 microsecondi e consentiva operazioni di lettura e scrittura rapide.
Un altro elemento degno di nota, era il supporto di vari dispositivi di input/output, inclusi lettori di nastro perforato, stampanti e, in seguito, il primo schermo interattivo per computer.
Il PDP-1 ha fatto la storia dell’informatica per ben tre motivi:
1️⃣ Fu uno dei primi computer progettati per l’interazione diretta con l’utente, ciò permise di compiere operazioni in tempo reale e rendere il lavoro più efficiente e intuitivo.
2️⃣ Con il suo design modulare, il PDP-1 consentì agli utenti di aggiungere componenti e dispositivi secondo le proprie necessità. Il risultato fu una tecnologia flessibile e adattabile a diverse applicazioni.
3️⃣ I prezzi accessibili si scontrarono con i mainframe contemporanei a vantaggio della sua diffusione in università e laboratori di ricerca.
E lo ricorderemo per altrettanti motivi:
🟣 Il PDP-1 è legato alla nascita della cultura hacker. Al MIT, i primi hacker lo usarono per creare giochi pionieristici come “Spacewar!”, uno dei primi videogiochi interattivi.
🟣 Stimolò lo sviluppo di numerosi software e linguaggi di programmazione, compresi i sistemi operativi rudimentali e gli ambienti di sviluppo.
🟣 Come l’IBM 650, il PDP-1 fu adottato in ambito educativo e di ricerca. Diede vita a una nuova era fatta di esperimenti e innovazioni informatiche.
La storia è importante, conoscerla ci permette di comprendere il progresso e allenare il rispetto di ogni idea.
Chi ci ha preceduto ha creduto in quel lampo di genio, a tal punto da renderlo concreto e metterlo a disposizione della società; quindi, ricorda di coltivare conoscenza e rispetto: ogni idea e ogni progresso sono frutto di un lungo percorso, fatto di errori e successi. ✨