Non potevo fare a meno di usare l’allitterazione numerica. E non me ne voglia Umberto Eco, che forse ci segue dall’iperuranio, ma questa volta speriamo voglia chiudere un occhio. Anche solo per il dono lasciato, al mondo che oggi viviamo, dalle donne di cui ti parlerò tra qualche riga.
Sei pront* a fare un tuffo nel passato?
Inizia il nostro viaggio nel tempo.
1️⃣ Grace Murray Hopper.
Rivoluzionaria dalla testa ai piedi, disubbidì al sistema scolastico femminile, che voleva per lei un’educazione “da signora”.
Il padre, educatore degno di nota, la spronò a seguire le sue passioni e a non badare agli stereotipi di quel tempo. E così fece.
Tenace e influente, Grace era conosciuta nel mondo dell’informatica, ma fu generosa e diede il suo contributo intellettuale anche al settore Telecomunicazioni.
Lavorò con i primi computer e diede vita ai primi linguaggi di programmazione.
Un esempio? Il codice COBOL, ancora oggi in uso. Inoltre, è a lei che dobbiamo l’invenzione del termine “bug” e del conseguente “debugging” per indicare gli errori di programmazione e le relative operazioni di risoluzione.
2️⃣ Radia Perlman.
Ti dobbiamo tanto, cara Radia.
Se oggi possiamo utilizzare Internet, è soprattutto grazie a te. Ci hai facilitato la vita con la scoperta dell’algoritmo che sta alla base del protocollo spanning tree, conosciuto anche come STP. Con questa scoperta, hai reso possibile la trasmissione dei dati in sicurezza ed efficienza attraverso l’uso delle reti complesse.
3️⃣ Joan Clarke.
Tutta materia grigia, Joan fu attratta dai numeri fin da bambina. Passione che la portò a laurearsi con lode alla facoltà di Matematica presso l’Università di Cambridge. Lì, incontro Alan Turing che divenne suo compagno di studi.
Dopo qualche anno, Joan fu assunta come crittografa: il suo compito era decrittare i codici utilizzati dagli eserciti nemici. Qui, si ritrovò con Alan Turing, erano parte del gruppo di super matematici all’opera per la decifrazione dei messaggi in codice delle truppe tedesche. Un compito portato a termine con successo, poiché insieme, riuscirono a decifrare il codice Enigma.
Il contributo di Joan è stato fondamentale per costruire le fondamenta del mondo digitale che conosciamo.
4️⃣ Shirley Ann Jackson.
Dopo aver scritto di matematiche e informatiche, diamo spazio a una fisica teorica: Shirley Ann Jackson.
Anche se è stata molto di più, poiché la fame di sapere, l’ha portata a interessarsi e a inventare innovazioni in più discipline e settori.
Prima donna afroamericana a ricevere un dottorato dal MIT, Shirley ha condotto ricerche che hanno portato a molteplici sviluppi nel mondo delle telecomunicazioni. I suoi studi hanno contribuito all’invenzione del fax portatile, del telefono a toni, dele celle solari, dei cavi in fibra ottica e della tecnologia alla base dell’ID chiamante e dell’avviso di chiamata.
Insomma, in questi anni, non si può dire che sia stata con il “cervello in mano”.
5️⃣ Hedy Lamarr.
Combattiva, emancipata e ribelle. Questo fu Hedy Lamarr in vita.
Di origine ebrea, Hedy è conosciuta ai più per essere stata un’attrice in numerosi film di successo a Hollywood negli anni ’30 e ’40. Di grande talento e bellezza, e con un vissuto intenso e spesso agli antipodi, Hedy non fu solo questo.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, si dedicò allo sviluppo di un sistema di comunicazione segreta insieme al compositore George Antheil. Utilizzarono la tecnologia delle frequenze radio a salto di frequenza (frequency hopping). Il sistema era destinato a impedire l’intercettazione dei segnali radio dai nemici di guerra.
Queste donne hanno sviluppato tecnologie e teorie che hanno trasformato il nostro modo di comunicare. Si dice che la curiosità sia donna. Noi diciamo: ben venga, poiché è stata, è e sarà la forza motrice dietro alla scoperta di nuove invenzioni.